In Friuli, quando l'amicizia è un valore! - 37 ACS Autieri caserma SMECA

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In Friuli, quando l'amicizia è un valore!

Gli Incontri

Per alzarsi alle quattro di mattina ed affrontare un viaggio che ti porta a percorrere quasi mille chilometri, occorre una motivazione importante. In questo caso l'amicizia, quel sentimento che ti accomuna ad altri, coi quali hai condiviso qualcosa di importante, che hai voglia di riabbracciare, e riprendere il dialogo interrotto da troppo tempo.
Un viaggio lungo, quindi, ma attenuato dai racconti delle vicende di Roma, degli episodi successi al corpo di destinazione, fatti personali , ciance e quant’altro. Il gruppo dei coraggiosi, e a quanto pare ancora in perfetta forma, è costituito da Lucio Cunegondi, Giorgio Broglia,Renato Maffi e Giacomo Baronio provenienti dalla zona Parma-Piacenza , da Luigi Ganimede, Giuliano Longhena, Gino Avanzi dalle province lombarde, oltre ad Adeni Candotti recuperato mentre chiedeva un passaggio.  Dritti fino a Gemona, per il primo incontro con Roberto Gubiani.  Anche Francesco Mazzoli si unisce al gruppo per festeggiarecon prosciutto salame e buon vino. Il feeling tra gli amici è quello di allora. Abbiamo trascorso alcune bellissime ore , come al ritorno da una licenza. Tutto normale e spontaneo alla faccia dai quaranta anni di lontananza.

Purtroppo è arrivato il momento del commiato: ci aspetta un altro percorso verso il paese di Fiorenzo Molaro.
La testimonianza di Luigi:  ...non ho parole, anzi non abbiamo parole , per raccontarvi come ci hanno accolto !!! Sia la signora che figli del compianto Fiorenzo ci sono corsi letteralmente incontro, elargendo saluti ,abbracci e segni di grande gioia , come se fossimo grandi amici di vecchia data ed assenti da tempo.
L’imbarazzo e l’innegabile commozione sono svaniti per incanto. Stupenda la semplicità nel ricordarlo, nel mostrarci con orgoglio la loro casa, i loro angoli segreti, la grande quantità di fotografie e di ricordi.  La moglie ci ha detto che Fiorenzo ci avrebbe accolto ancora meglio, che era amante di questo tipo di ritrovi, che avrebbe certamente gradito.  Un vero peccato questa sua improvvisa ed immatura scomparsa.  Ancora piu’ meravigliati quando ci hanno fatto accomodare nella taverna, dove una tavola imbandita ci aspettava.   A nulla sono servite le nostre rimostranze : ci stavano aspettando ed avrebbero gradito averci a pranzo. Si accontentavano di servirci una merenda, e che merenda!!!
Affettati , salami, formaggi.. e poi vino…per finire gelato, caffè e “ rimorchio”.
Spero non me ne vogliate, ma vi sto dicendo solo la sacra e santa verità : non ci saremmo mai aspettati una simile accoglienza.   La signora ed i figli si sono seduti con noi , chiacchierando come si fa tra
vecchi e consumati conoscenti, del piu’ e del meno chiedendo della nostra inconsueta iniziativa che ci ha permesso un cosi’ squisito incontro.  Fiorenzo era come se fosse li in mezzo a noi.
Al vicino cimitero abbiamo deposto una pianta sulla tomba di Fiorenzo, a nome di tutto il 37° Corso.  Che cresca rigogliosa, ripasseremo ad inaffiarla.
La prospettiva del viaggio di ritorno ci ha costretti ad abbandonare con rammarico la scena.
Ci siamo accomiatati dalla carissima famiglia Molaro che ci ha fatto promettere di ritornare … non abbiamo potuto dire di no!

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